Una gita alla scoperta della Corsica del sud tra mare e monti

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Il cortile interno del restaurato convento di San Francesco

Siamo stati fermi troppo tempo.
Da quando siamo rientrati da Ajaccio, lasciando Olga in cantiere, ci siamo buttati nella cura del terreno intorno alla casa di Serra di Ferro, alla potatura degli ulivi e delle piante che a primavera dovrebbero fiorire. Anzi con il sole ed il caldo, stanno già fiorendo.
Quando non mi muovo per un po’ inizio a sentirmi a disagio.
Non so se capita a tutti, ma io non riesco a stare ferma a lungo.
Se sono obbligata a restare, evado con la fantasia: leggendo riesco a placare quel desiderio di scoperta.
Leggendo mi muovo stando ferma.
Mi immedesimo nel personaggio del libro, cammino per le strade della sua città.
Ma dopo un po’ nemmeno questo mi basta e devo partire, fosse anche solo per una giornata.

Quando domenica ci siamo svegliati con un cielo terso e blu cobalto abbiamo capito che sarebbe stato impossibile restare a casa.

Tuffi in estate nelle piscine naturali della Bavella

Con la scusa di andare a visitare le “pozze” del col della Bavella in inverno siamo partiti.

D’estate è una meta fissa:

fare il bagno nelle piscine naturali che il fiume crea lungo il suo percorso è particolare,

e nei giorni più caldi la foresta e l’aria di montagna fanno piacere.

Così siamo partiti in auto, le temperature non ancora calde ci hanno frenato da fare il giro in moto: forse un po’ ce ne siamo pentiti, soprattutto incontrando molti centauri sulle strade che abbiamo percorso.

La mia curiosità sfrenata ci ha fatto fare la prima sosta non prevista.
Santa Lucia di Tallano vista dall'alto
A Santa Lucia di Tallano ci eravamo già fermati in un’altra occasione: famosa per il suo olio di oliva extra vergine, ci eravamo venuti apposta per fare acquisti culinari.

Lungo la strada, poco prima dell’ingresso in paese, quella volta, ero rimasta stupita da un enorme edificio: metà costruito con la tipica pietra delle case originali della Corsica e metà in uno stile opposto, moderno, in metallo. Questa volta mi sono voluta fermare per scoprire cosa fosse.

Il convento restaurato in metallo Si tratta di un convento,

dedicato a San Francesco,

con accanto una splendida chiesa e un raccolto cimitero arroccato sulla collina,

come si usa qui sull’isola.

La storia narra che fosse un castello all’origine e che nel 1492 sia stato trasformato in convento. Parzialmente distrutto, con il suo originale restauro, se ne vuole fare un centro culturale per eventi e congressi, e concerti all’aperto nel suggestivo cortile interno.

Purtroppo tutto era chiuso, e non abbiamo potuto visitare gli interni, ma l’atmosfera era magica e la visuale che si ha da questo luogo, sugli uliveti e il paesino nella vale è imperdibile!

Gli ulivi di Santa Lucia di Tallano

Abbiamo ripreso la strada, ci siamo infilati in una stradina e ci siamo imbattuti in un cartello che indicava la via per un atelier di sculture. Ovviamente siamo andati in esplorazione.
Ci siamo aggirati per il micro paesino, ammirando queste sculture in metallo che ornano i cortili e lungo la strada, costruite con materiali di recupero: soggetti fantastici o reali ma divenute opere astratte di una bellezza particolare.

La testa di cavallo in metallo                    La scultura del cavallo in metallo                     La scultura del drago in metallo

Sculture in metallo, diversi soggetti

Ad un certo punto veniamo avvicinati da una signora gentilissima che ci chiede se vogliamo visitare l’atelier.

In effetti è la moglie dell’artista che ci fa da guida tra le incredibili creazioni del marito,

installate nella loro abitazione,

ove è anche possibile alloggiare.

Non ne siamo stupiti: la casa è magnifica, su più livelli e qui ovunque la realtà si mescola con la fantasia.

Ripartiamo, con la promessa di tornare in primavera quando sarà tutto organizzato meglio, espressamente per i turisti, ci dice lei. Noi siamo rimasti affascinati e ci sembrava già a posto così.
Noi non potremmo essere più contenti: al solito il caso ci ha fatto incontrare cose e persone meravigliose!
Ripartiamo e ci rendiamo conto che abbiamo stravolto completamente la tabella di marcia…come sempre…

Evviva la libertà!
Evviva la libertà di girare seguendo l’istinto e di darsi la possibilità che i nostri passi siano guidati da un imprevedibilità che è gioia della scoperta.
Sempre più mi fermo a pensare come il caso non esista, come continuiamo ad avere la possibilità di scegliere tra due strade; e come ogni scelta ci porti in luoghi diversi.
E’ così che doveva andare? Chi lo sa? Ma è così che amo vivere la mia vita. Sentendomi sempre libera di scegliere. E non sempre la strada imboccata è scevra di difficoltà. E non sempre alla fine sono convinta di aver fatto la scelta migliore. Ma sono convinta sempre più che quello che ho fatto è senz’altro la cosa più bella per me, qui e ora. E questo mi fa sentire libera. Questo mi dà la felicità e quella sensazione di appagamento che quando non provo mi fa piombare nelle mie ansie esistenziali.

Dunque ripartiamo in direzione del Col della Bavella. Ricordate?

La meta prevista della giornata.

La strada da Zonza è, ovviamente, tutta una curva; ma all’interno di un bosco che pare incantato in una cornice che mi pare di essere nelle nostre amate Alpi: in effetti qui la guglia più alta supera i 1800 metri!
Credo che questa sia una delle ragioni per cui la Corsica mi ammalia tanto: è una piccola isola ma nel suo microcosmo racchiude montagne rocciose e mari caraibici, nel giro di manciate di chilometri (sì, tutte curve!!!)
Una piscina naturale a BavellaIn 40 km,da Zonza a Solenzara,

si attraversa la montagna,

si ammirano le rocce scoscese,

si incontrano mucche e capre in libertà (attenzione durante la guida!),

si segue il corso del fiume nel quale è possibile fare canyoning o semplicemente il bagno nelle “pozze”,

le piccole piscine naturali di cui parlavo all’inizio.La statua della Madonna in cima alle rocce ricoperte di neve

Chi volesse può fermarsi ai piedi della Madonna delle nevi,

e magari ringraziare per il dono di essere circondati da tanta bellezza:

ci sono molte targhe ex voto, di tutti coloro che sono passati prima di noi.

In inverno è tutto chiuso, altrimenti è possibile fermarsi nei numerosi bar e ristoranti lungo la strada; e ci sono anche campeggi e hotel, per chi volesse soggiornarci.

La nostra sfortuna è stata che essendo tutto chiuso abbiamo dovuto scendere fino a Solenzara per placare i morsi della fame.

Piatti del pranzo, dolce e secondo

E si è rivelata una fortuna pazzesca!

Sul porto di Solenzara abbiamo mangiato in uno dei ristorantini migliori da queste parti:

personale di una cortesia disarmante,

cibi ottimi (e tanti piatti a base di pesce, che qui in Corsica, incredibilmente, si fa fatica a trovare)

e dolci sublimi.

Dopo pranzo abbiamo preso la strada del ritorno, scegliendo di visitare il più possibile la costa, visto che eravamo passati all’interno all’andata.

E’ lunga, più di due ore di strade corse ma ne vale la pena.


Abbiamo sostato in alcune delle molte spiaggette tra Solenzara e Porto Vecchio: a detta di molti queste sono tra le spiagge più belle dell’isola e, anche se io non sono completamente d’accordo, sono in effetti bellissime.

Valutate voi dalle foto, direi.

Per l’ennesima volta siamo stati baciati dalla fortuna e siamo arrivati a Roccapina esattamente al tramonto: nell’attimo magico in cui il sole decide di tuffarsi nel mare, dietro alla torre di avvistamento e alla sagoma rocciosa del famoso leone.
Tramonto sul leone di Roccapina
Siamo giunti a casa un po’ cotti dopo quasi 250 Km ma satolli di una pienezza di felicità indescrivibile!
Ancora una volta il viaggio è stato foriero di sorprese e i bei ricordi mi terranno compagnia a lungo.… o almeno fino alla prossima partenza!

 

 

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