Ieri è stata una giornata speciale.
Avevamo da festeggiare: un anno fa io mettevo piede per la prima volta su Olga.
Olga era ormeggiata a Toulon, io avevo preso un treno da Milano nel pomeriggio ed ero arrivata in questa piccola cittadina portuale col buio. Mi ricordo il tragitto dalla stazione al porto turistico: una calda serata ottobrina, stradine, piazzette, qualche turista in giro, la fontana illuminata nella grande piazza davanti al Grand Hotel, oggi sede del teatro Libertè, la banchina con tantissimi bar e piccoli ristorantini, tipico della costa francese.
E poi ero salita a bordo: l’odore salmastro unito a quello del gasolio aleggiava nell’aria, sopra e anche sottocoperta. Nella mia cabina, non utilizzata da un po’, c’era un’umidità tale da farmi sentire a Milano, in quelle giornatine in cui si può tagliare la nebbia con un coltello e farne fettine.
Mi ero imbarcata in una situazione insolita: il Capitano ed io non ci conoscevamo quasi per niente per cui non sapevamo se alla prima manovra ci saremmo insultati per le incomprensioni, se durante le ore immobili della navigazione a vela avremmo rispettato i silenzi altrui o se ci saremmo trovati a chiacchierare, non avevamo idea di come sarebbero state le condivisioni di spazi, tempi, pensieri.
Stabilimmo un patto: qualunque cosa sarebbe successa avrebbe aspettato di sbarcarmi in un porto dal quale io avrei potuto agevolmente riprendere un mezzo, tipo un treno, per tornare a casa.
Mi sono fatta prendere dai ricordi.
Volevo dire di dove siamo stati ieri, del regalo che ci siamo fatti per festeggiare quest’anniversario; ripensandoci, il motivo conduttore è ancora l’umidità. Detto così pare orribile e invece è stata una magnifica giornata alle terme di Baracci.
Non lontano da Propriano c’è questo piccolo luogo ameno, perfetto per estraniarsi dal mondo.
Nel piccolo parco antistante l’ingresso alle terme c’è un vecchio albergo, ahimè chiuso, che mi ha fatto sognare. Un bellissimo edificio che certo avrebbe bisogno di essere un po’ sistemato ma che fa pensare all’opulenza degli hotel termali, a feste in abiti da sera in ampi saloni e a camere spaziose dai soffitti altissimi. Chissà che un giorno qualcuno non gli ridia la sua magnificenza.
Noi siamo invece entrati nel piccolo edificio a lato, accolti dal personale sorridente, come i nostri animi, e ci siamo fatti accompagnare.
Avevamo prenotato il percorso di coppia e siamo stati coccolati dall’acqua sulfurea di queste terme in tutte le sue forme: idromassaggi in vasche più grandi e singole, docce ad effusione, hamman, sauna e due piscine per oziare insieme con acqua calda, una delle quali all’aperto, con vista sulle colline infinite di quest’isola veramente magica, che non finisce mai di stupirmi, un po’ come il Capitano che, per esempio, ho scoperto in quest’anno essere più un “montagnino” che un uomo di mare, come la maggior parte dei corsi, mi dicono.