Settimana dal 7 al 14 marzo

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Veduta aerea del porto di Porto Pollo, con Olga ormeggiata al pontile di sinistra

Per illustrare questa settimana ho pochissime foto.
Le giornate si sono susseguite tutte uguali, ci sono stati pochi avvenimenti degni di essere ricordati, mentre voglio assolutamente scrivere delle sensazioni che ho vissuto per poter un giorno ricordarmi di tutto questo.

Di questi tempi, negli anni passati, si era tutti in trepida attesa delle vacanze di Pasqua: qualcuno aveva prenotato viaggi e altri solo un weekend fuori porta, ma tutti pregustavamo il piacere di andare via e la preoccupazione maggiore era quella di controllare il meteo, e sperare che ci attendessero giornate primaverili, tiepide ed assolate. Anche se si sa, come dice il vecchio adagio “se è bello a Pasqua, a Pasquetta piove”, o viceversa. Ovvero, per bene che ti vada il meteo sarà dalla tua parte solo per la metà della tua vacanzina. Da che l’uomo se ne rammenta, il proverbio ha sbagliato solo l’anno scorso: due giorni di tempo stupendo e tutti gli italiani chiusi in casa per il primo lockdown della storia.

Di questi tempi, di solito, complici le prime belle giornate, si cominciavano a sognare le ferie estive, e chi poteva, stava già prenotando dove trascorrere gli agognati giorni di riposo dal lavoro di tutti i giorni.

Di questi tempi, quest’anno, non si riesce ad immaginare cosa ci succederà così in là nel tempo, aspettiamo solo la prossima comunicazione che ci dirà in quale colore si troverà nella prossima settimana il nostro comune. In Italia infatti la lotta alla pandemia fa colorare di rosso, arancione o giallo le nostre città, le nostre regioni, e a seconda del colore ci sono permesse alcune cose e altre no.
Mi sembra di vivere in un mondo come quello narrato da Orwell in “1984”: i giorni passano senza una pianificazione del futuro, o meglio, con minimi progetti: viviamo aspettando che altri ci comunichino cosa si potrà fare, e anche, su chi riversare il nostro odio per la nostra misera situazione. Anche qui, come nel libro, ci pensa la Propaganda a dirti chi è il tuo nemico: il virus, il Governo, il Presidente del Consiglio, il vaccino….
Il vaccino. Ora dopo alla canonica domanda “come stai?” ci chiediamo “ e tu quando fai il vaccino?” “i tuoi genitori l’hanno già fatto?”, preoccupati per coloro che in questi lunghi mesi hanno mostrato tutta la loro fragilità.
Siamo in balia di un algoritmo capriccioso e assai volubile, per cui non c’è alcuna certezza su chi ,e quando, sarà vaccinato nei prossimi giorni. E ovviamente questa situazione crea ansia e disagio: come se non ne avessimo a sufficienza.

Mio padre è stato vaccinato questa settimana. E da quando è stato vaccinato, ad ogni allarmante notizia che sente su quanto sia dannoso questo o quel vaccino mi telefona e mi dice “ma ci hanno detto che vaccino mi hanno fatto?, tu lo sai?” ed io, ogni volta, ripeto “sì, papà, ti hanno fatto lo Pfizer”. Certo che un nome più facile…ma lui continua a chiamare, ogni volta spaventatissimo, perso nel suo dimenticarsi le cose. No, ma grazie, alle fonti di informazioni; o dovrei dire alla Propaganda?

Oliver che corre nel pratoDi questa settimana quindi vorrei ricordarmi in futuro come i più felici di questa pandemia siano i nostri cani: passiamo quasi tutto il tempo con loro, anzichè uscire per andare di giorno a lavorare, o la sera a divertirci; e siccome le uscite con l’animale domestico sono l’unica cosa sempre possibile, si sono moltiplicate, per loro estremo gaudio.

Primo piano di Oliver, il mio cane meticcio, metà barboncino e metà malteseLa foto iniziale invece mi ricorda che la realtà non è per tutti uguali.
Qui ho narrato della mia, e della mia percezione di quello che sto vivendo. C’è purtroppo chi sta peggio.
E poi c’è chi sta meglio, per esempio Olga, la barca a vela, che placida si fa cullare dal mare spettacolare della Corsica.

E so che, prima o poi, la situazione cambierà.
Perchè tutto cambia.

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