Rientro a Milano

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Il mio cane Oliver che dorme su una copertina sull divano

Quando sono rientrata nella mia città, all’inizio del mese di dicembre, ero carica di aspettative.
Mancavo da circa tre mesi.
Negli ultimi giorni a Propriano mi mancava tutto di casa: i figli, ovviamente, le amiche, i caffè al bar, le passeggiate nella città caotica, rumorosa, fredda e umida. Mi ero addirittura trovata a pensare che iniziasse a darmi fastidio l’eterno bel tempo della Corsica.
Quando diventi intollerante ad una cosa meravigliosa è il momento di interrogarsi, o di partire.
Quindi sono partita, e tornata a Milano.
Ora mi sto interrogando.

Infatti è stato bellissimo ritornare a casa e rivedere le persone che mi erano mancate, ma.
C’è un folto elenco di ma, o meglio di ragioni che mi fanno pensare che non sia andato tutto come previsto.
Innanzi tutto non sono ancora riuscita ad incontrarmi con tutte le amiche che mi ero ripromessa di vedere: penso alla mia carissima amica Rita, per esempio. Abitiamo in due comuni differenti, uno accanto all’altro, ma la normativa per il contenimento del Covid 19, che proibisce lo spostarsi da un comune all’altro, fa sì che è come se ora abitassimo in due continenti differenti, con diversi fusi orari.
A noi due inoltre piace vederci e passeggiare all’aperto, non importa che sia in un parco, come vicino a casa sua, o guardando i negozi, come verso casa mia; ci piace camminare lentamente chiacchierando di tutto.

A Milano in questo mese ha praticamente piovuto tutti i giorni, il famoso umido della pianura padana si è sfogato in una sorta di diluvio universale (forse potrei costruire un’Arca, a vela, naturalmente), rendendo quasi impossibile stare fuori casa senza essere un animale anfibio.
In effetti in questa stagione dalle nostre parti si sta abitualmente poco all’aperto, se non piove fa comunque freddo. Dunque, quest’anno si è aggiunta la neve: finalmente ha nevicato, dice qualche romantico che adora i paesaggi imbiancati.

La neve sui tetti di Milano

Ma la neve in città è adorabile quanto una tempesta in mare e cerchi di entrare in porto: ci sono solo problemi!

Inoltre, parlando di rifugi sicuri, qui d’inverno si entra in un bar, un locale, un ristorante, per stare al calduccio e magari bersi un caffè. Ci tengo a ricordare che in lockdown ci è stata tolta anche questa opzione; se vuoi un caffè, nessun problema, lo puoi prendere, da asporto; peccato che lo puoi bere solo molto, molto lungo in quanto sotto la pioggia si allunga parecchio e, sinceramente, stare in piedi al freddo e sotto l’acqua non rientra tra i miei piaceri della vita.
Lo so che succede anche in navigazione, ma almeno hai un abbigliamento adeguato!

Un mio primopiano con cappello, mascherina, occhiali appannati, in una Milano innevata

E non parliamo della lista di cose da fare che mi ero fatta prima di lasciare la Corsica, che qui si è ulteriormente infoltita!
Continua ad allungarsi e pochissime voci hanno la spunta per essere già state fatte.

In generale non si può uscire di casa, quando è possibile le intemperie lo rendono audace, figurarsi per me che giro la città in motorino!

Alla fine dovrei rassegnarmi e fare come il mio cane: trova un posto caldo, possibilmente da cui mi possa vedere, si acciambella e dorme. Beato lui!!!!!

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