Questa settimana sono stata a più feste di compleanno: sempre con lo stesso gruppo, sempre gli stessi amici, stessa spiaggia e stesso mare degli ultimi 14 anni. Anche quest’anno siamo tutti al campeggio “pieds dans l’eau” di Porto Pollo, su quella che è chiamata l’Arena d’Oro e non è difficile capire il perchè: pagliuzze dorate (sono in realtà delle microscopicissime alghe) danno all’acqua del mare una lieve colorazione dorata, che risplende con i raggi del sole che sfiorano la superficie del mare. Un incanto, o forse potremmo parlare di incantesimo, perchè è quello che ti fa questo luogo magico.
Sono momenti di convivialità molto intensa, sarà la sensazione forte della libertà di fare una festa in spiaggia, cominciando con un tramonto spettacolare, sarà che siamo amici da molto tempo e c’è tra noi complicità e affetto, sarà che siamo in vacanza e siamo più leggeri, privi dei condizionamenti che mettiamo in atto al lavoro, e sicuramente senza lo stress che accompagna la vita convulsa in città.
Al taglio della torta si grida sempre, forse spesso solo per abitudine, “discorso, discorso”, richiesta immancabile delle grandi occasioni, e spesso il malcapitato festeggiante non ha niente, proprio niente da dire: anzi forse qualcuno non ha proprio parole per commentare il fatto di essere invecchiato un altro anno, così per dire.
L’altra sera, invece, il festeggiato annuncia solennemente che sì, vuole proprio dire a tutti noi qualcosa, dice che nel suo cuore si era formato preciso un sentimento che voleva condividere con tutti noi e ci ha detto che questi compleanni che festeggia ogni anno qui, sulla spiaggia, con noi, sono i migliori.
Ci dice che è ovviamente contento durante l’anno di poter festeggiare gli eventi a casa, nel suo mondo quotidiano, circondato dall’affetto dei suoi cari, ma con questa famiglia che abbiamo creato col tempo, con questa banda strampalata di persone che tutti gli anni scegliamo di fare questa vacanza un po’ particolare, spartana nelle comodità ma in un posto meraviglioso, a contatto con la natura e con noi stessi, lui sente di sentirsi veramente felice.
Questo mi ha fatto pensare a ciò che conta, in fondo nella vita: a quanto ci affanniamo tutti i giorni, apparentemente per darci un futuro migliore, per avere cose che ci riempiono la vita, e a cosa in fondo ci rimanga di tutto questo.
Provate, per esempio, a pensare a quale sia il regalo di compleanno che vi hanno fatto a cui tenete moltissimo e che, ogni volta che ci pensate, vi commuove e dona un grande piacere.
Certamente tutti ne abbiamo uno, forse qualcuno più di uno.
Ad un certo punto della mia vita io mi sono resa conto che sì, mi ricordavo di regali estremamente graditi, ma che con il tempo si erano persi completamente i dettagli e gli oggetti nella matassa aggrovigliata di tutti quelli che ho ricevuto… lasciandomi solo un baluginio di quell’intensità che mi rimane molto più a lungo quando vivo qualcosa di bello. Ovvero più che il regalo mi sovviene la situazione, dove mi trovavo, se era stata una bella festa, dettagli così insomma.
Ho capito così che per me i regali più belli era potermi ritagliare del tempo per viaggiare perchè ciò a cui tengo di più sono i ricordi delle cose fatte e soprattutto dei viaggi vissuti.
Per me viaggiare è uno dei massimi piaceri della vita: girare, conoscere, scoprire, avventurarmi sono le mie massime gioie.
Così, se nei miei primi quarant’anni ho collezionato cose, da allora ammasso bei ricordi di viaggi: se non me li regalano, ci penso io; se non sono in compagnia vado da sola.
Non può essere ovviamente così per tutti.
Ma che i ricordi dei momenti più belli della nostra vita siano in fondo la linfa vitale di tutta la nostra esistenza credo fermamente che sia vero.
Cosa sono i ricordi?
D’altronde chi siamo noi se non l’insieme di tutte le cose che ci sono successe, ma soprattutto che ci ricordiamo (in fondo ricordare altro non è un verbo che viene dal latino e significa “riportare al cuore”).
La scienza sostiene che il 95% dell’attività mentale sia gestita dal subconscio e la conseguenza è che tendiamo a trattenere solo i ricordi a cui siamo più affezionati.
Per la sopravvivenza infatti sembra che il cervello umano sia programmato per ricordare più a lungo le emozioni positive, mentre tende a far sbiadire con maggior velocità le emozioni negative: (tesi di un gruppo internazionale di ricercatori guidato da Timothy Ritchie del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Limerick in Irlanda); secondo loro questo servirebbe a preservare la felicità, favorendo il superamento dei momenti negativi.
Questo fenomeno è noto come Fading Affect Bias (FAB): ovvero i ricordi negativi lentamente svaniscono cosicché le persone tendono a mantenere un approccio positivo nei confronti della vita e dei cambiamenti, così da affrontarli più serenamente e superare le difficoltà e gli imprevisti più facilmente
Quindi tutte queste belle feste, queste vacanze gioiose, i miei meravigliosi viaggi, per terra o per mare, altro non sono che mattoncini di felicità che compongono la mia vita, e i loro ricordi resistono più forti dentro di me per aiutarmi ad affrontare gi inevitabili problemi della vita.
4 comments
Bellissime parole ! E soprattutto vere!
Grazie! È questo gruppo che è bellissimo!
Ti ringrazio molto perché hai effettivamente colto il significato delle parole che ho detto. Non è stato un discorso di maniera ma un sentimento scaturito dal momento di festa. Grazie e con affetto Luciano
Ne sono contenta! Erano parole commoventi e bellissime. Sono io che ringrazio te!