Marsiglia

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Entrata del porto di Marsiglia dall’alto, da Notre Dame

L’altra mattina nella Basilica di Notre Dame de la Garde a Marsiglia sono rimasta abbagliata dall’oro dei mosaici delle volte e mi sono ricordata di quella storiella che narra che la nostra vita può essere paragonata ad un mosaico e tu che ne sei parte non riesci a vederne il disegno.

Sì, perchè da vicino, o quando guardi solo una porzione di un mosaico, vedi solo tesserine di colori diversi, o magari tutti uguali, ma da lontano, oh, da lontano è la meraviglia!

Mosaici d’oro all’interno della cupola di Notre Dame de la Garde a Marsiglia
E così ho provato a fare un passo indietro e vedere questa giornata completamente fuori programma come una manciata di tessere d’oro nel mosaico della mia vita, e non una tappa del lungo tragitto per tornare a casa.

Erano anni che programmavo di venire a Marsiglia, ed ogni volta i piani sono saltati.
Avevo persino dimenticato di volerla visitare!

Una manciata di ore, devo essere sincera, non bastano a scoprirla tutta; ma sono riuscita a farmi un’idea di questa città multietnica, estesissima, portuale ed antichissima che è veramente affascinante.
Sicuramente parte avvantaggiata ad insediarsi nel mio cuore, perchè ha un porto, anzi due!: il vecchio ed il nuovo, consecutivi l’uno all’altro, nello spazio e anche nel tempo. Il vecchio ha origini così lontane, che si perdono con gli inizi della Storia, addirittura gli Egizi stessi pare ci fossero già stati, e i fenici la usassero abitualmente come base sicura.

Dall’alto si vede in primo piano il vecchio porto di Marsiglia con le imbarcazioni da diporto e in fondo il porto commerciale con le grandi navi.Anch’io sono entrata volentieri in porto dopo aver trascorso una notte in traghetto, dico, non in barca a vela, ballando parecchio, e improvvisamente la calma piatta ci ha accolti nello specchio d’acqua antistante Marsiglia.

Ingresso nel porto di Marsiglia dal traghetto
Profuma la città: innanzi tutto del famoso profumo del suo sapone, negozi e bancarelle un po’ ovunque ne vendono saponette e pezzi di ogni dimensione e colore. E poi, siamo in Provenza: le strade conservano ovunque il sentore di lavanda. Insomma della famosissima bouilabaisse, la zuppa di pesce marsigliese, non si sente l’odore, anche se tutte le mattine sul porto i pescatori portano tutta la materia prima, freschissima.

Immagine di una stradina di Marsiglia in salita, con gradini e in primo piano una vecchia saponeria

La mia passeggiata è partita dal vecchio porto, proprio dove viene scaricato il pesce ogni mattina, e mi sono addentrata per le vie, grandi boulevards alcune, come si confà ad una grande città francese, e vicolini strettissimi e ripidi, tipici delle località portuali. Mi sono fatta trasportare dai trenini, pittoreschi, a cui sono molto legata sentimentalmente, perchè mi hanno fatto girare tantissimi paesini francesi una lontanissima estate in cui ero incinta di Caterina. Così sono salita a Notre Dame, da cui si ha una vista a perdifiato su tutta la città; mi sono intrufolata nelle viette della caratteristica zona del vecchio quartiere “Le Panier”, ora bohemien, gremitissimo di localini, boutique, negozietti artigianali e spazi all’aperto dove mangiare o bere qualcosa; ho percorso la “Corniche” e scoperto una città in cui convivono religioni e culture diverse in un coloratissimo caleidoscopio di facce, lingue e sorrisi.

La grande piazza del quartier Le Panier con i localini all’aperto

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