Le prime volte della mia vita

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un primo piano di Simbad sul tambuccio di Olga

Si dice che non si smette mai di imparare, dunque c’è sempre la prima volta che si impara a fare qualcosa.
La vita è costellata da prime volte. Alcune ci sembrano assolute, come “la prima volta”. Alcune sono indimenticabili, come la prima volta che ti mettono in braccio tuo figlio appena nato, ma tutte occupano un posto di rilievo nella nostra scatola dei ricordi.
Con il tempo, si sa, anche le esperienze più drammatiche assumono contorni sfuocati, per poter vivere ancora, andare avanti senza troppa tristezza.
Alcune si mescolano irrimediabilmente e non sai più se quel fantastico ristorantino fosse in Puglia nel 2006 o in Calabria nel 2008, così tanto per dire.

un mio primo piano con alle spalle il mare

 

E in fondo non è altro che l’unicità delle esperienze che continuamo a ricercare,

quella sensazione di potenza e meraviglia che ci trasmettono le prime volte ben riuscite,

e che alle volte ci danno la forza per poter andare avanti.

 

La settimana appena trascorsa è stata disseminata da tante prime volte, e solo col tempo sapremo quali si imprimeranno nella memoria e il ricordo dolce ci farà compagnia negli anni a venire, oppure se sfumeranno lasciandoci solo una bella sensazione di benessere e compiutezza.

Innanzi tutto all’alba dei cinquantadue anni ho deciso di comprarmi un’automobile. Ho posseduto altre macchine in vita mia, in famiglia usavo l’ultima che rimaneva libera, e da adulta ho guidato l’auto che avevamo scelto per la famiglia con il mio ex marito quando nacque la nostra seconda figlia: fu un acquisto saggio visto che ancora funziona perfettamente, ma è rimasta al mio ex compagno, nella divisione dei pani e dei pesci che si fa alla fiine di ogni relazione.

Negli ultimi anni mi sono spostata felice con i mezzi pubblici, una vecchia bicicletta e più spesso con il mio fido destriero nero: uno scooter, poco più di un cinquantino, perfetto per la città.
Quando devo uscire dal tessuto urbano uso preferibilmente il treno, il pullman o l’aereo, a seconda delle distanze e dei costi.

Ma la mia nuova scelta di vita mi sta facendo fare altre scelte, un po’ incatenate tra loro, tra le quali quella dell’acquisto di un’automobile: per essere libera di muovermi in Corsica (sulla terra ferma) in primis, e per fare avanti e indietro dalla Corsica all’Italia con costi un po’ meno proibitivi che quelli dell’aereo (soprattutto nei sei mesi della stagione turistica isolana). E così per la prima volta ho comprato una vettura per le mie sole esigenze, il mio desiderio e piacere, ed è stata una strana sensazione. E’ una city car, come la volevo io, anche se scelta fra una rosa limitata, perchè è comunque “usata, ma tenuta bene”, come nella famosa canzone.
la mia auto in primo piano e il mio motorino dietroQuindi la conseguenza naturale è stato il viaggio in auto, contando solo sulle mie capacità; per tanti non è questo gran passo, ma per me è un’altra piccola vittoria sulle mie titubanze, le mie ansie e i timori di non farcela da sola: spero che sempre meno donne si sentiranno in futuro incerte delle proprie capacità e vedere mia figlia già sulla buona strada del sapersela cavare da sola mi fa credere che sarà così.

Mia figlia è stata anche la causa di un’altra mia prima volta: mi ha dato modo di sentirmi amata e compresa nelle mie scelte di vita, che tanto l’hanno fatta soffrire negli ultimi anni, e per la prima volta ho avuto l’assoluta certezza che lei stia diventando una donna meravigliosa e che ciò che ho fatto per lei l’ho fatto bene, non solo nel modo migliore ch’io potessi fare. Questa è una gioia ed una soddisfazione che non hanno pari, per qualcuno che ha deciso di essere madre.

Simbad in braccio a me in navigazione

Alla fine del lungo viaggio per arrivare dal Capitano ho avuto la fortuna di essere accolta per la prima volta da un minuscolo esserino peloso che, inizialmente molto titubante, ha imparato a fidarsi di me ed ha iniziato a volermi bene: Simbad.

Un po’ mi era successo anche con Oliver, ma lui l’avevo tanto voluto e cercato che non avevo mai messo in dubbio che ci saremmo amati.

Ora che scrivo Simbad è in braccio a me e dorme sereno, spossato anche da qualche giorno in giro a solcare i mari della Corsica.

simbad dorme in braccio a me mentre io lavoroAnche per lui la prima navigazione non è stata facile, non è stato benissimo, e non abbiamo modo di sapere se abbia sofferto il mal di mare o altro.
i due posti in barca dove simbad fa la nanna, sulla panchetta nel quadrato e sulle scale d'accesso Ma ha imparato a trovare un posto che lo fa sentire sicuro

quando accendiamo il motore

e un altro quando manovriamo le vele

che, non ne avevamo mai avuto la percezione, fanno un rumore “spaventoso” per un micro gattino,

quando cambiamo direzione, le issiamo o le ammainiamo.

Lui ha sperimentato in questi pochi giorni così tante prime volte che sta diventando grande a vista d’occhio. E questa mattina, quando sono entrata in mare per il primo bagno della stagione, lui è rimasto sullo specchio di poppa, pronto a balzare in acqua per salvarmi dai mille pericoli che avrebbero potuto esserci!
io faccio il bagno in mare e Simbad mi guarda dallo specchio di poppa

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