La settimana di rientro

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Io, con la mascherina all’aeroporto deserto di Ajaccio

Una settimana fa ero ancora a Propriano.
Nell’ultima passeggiata a Capo Lauroso, prima della partenza, il cielo era coperto. Ne sono stata felice perchè così, per la prima volta, non sono stata colta dal malessere di abbandonare il cielo blu che tanto adoro. Il golfo era immerso nella pace e mi sono detta che questa sì che mi sarebbe mancata molto.
Il gofo di Propriano
All’aeroporto di Ajaccio, alle 8 del mattino, con tre aerei pronti a partire per la terraferma, c’erano pochissime persone in giro. Mi chiedo se è l’effetto Covid. Ma era mattina presto, il cervello era ancora annebbiato e non si è accanito a cercare una risposta. Io sono solo felice che sto tornando da mia figlia.

Ajaccio vista dall’aeroplano in volo

Dall’aereo continuo a guardare giù, vedere Ajaccio che si allontana mi fa venire un po’ il magone e poi, per fortuna, lentamente, i contorni di ciò che è rimasto a terra si fanno sempre meno nitidi fino a quando mi trovo sul mare Dall’aereo nuvole sopra la Corsica, di cui spuntano i monti innevatidi nuvole che si accatastavano sull’isola: aguzzo la vista e in fondo vedo la neve che splende sulle montagne; rimango incantata e la tristezza lentamente se ne va.

Atterro a Nizza in una giornata di cielo blu e abbandono l’idea di prendere un taxi dall’aeroporto alla stazione. Mi avevano spaventata le ultime notizie dei media che snocciolavano dati spaventosi sui numeri di casi da coronavirus in Costa Azzurra, e per un momento ho preso in considerazione l’idea di non farmi il solito giretto per la città. E poi non ce l’ho fatta: il sole, il cielo terso, la poca gente per le strade di un qualunque mercoledì mattina, mi hanno convinta a farmi la solita passeggiata, anzi stavolta ho percorso altre vie, visto altri palazzi e altri parchi.
Non mi stanco mai di scoprire nuovi angolini!

Nizza, palazzi

Questa volta da Nizza non ho preso il treno diretto per Milano poichè è stato soppresso; così sono salita su un regionale, ho percorso tutta la Costa Azzurra in un tripudio di fioriture primaverili e sono scesa a Ventimiglia, sul suolo patrio.
Nessun controllo, questa volta, alla frontiera, e quindi un po’ di stress in meno, sebbene fossi in regola con le carte ed il tampone negativo fatto il giorno precedente.

Tavolino di un bar all’aperto, e il mio caffè in primopiano

A Ventimiglia ho ovviamente comprato un pezzo di focaccia, uno di torta di riso con le zucchine e mi sono fermata a bere un caffè al bar, che in Corsica sono chiusi da settembre. Che bello!, quanto si arriva ad apprezzare qualcosa dopo che ci è stato portato via!

 

 

 

Non ero mai stata a Ventimiglia, così ho approfittato per fare i soliti diecimila passi bighellonando per il lungo mare e la cittadina; ho mangiato il primo gelato dell’anno e mi sono goduta gli scorci di questa cittadina di confine.

Ventimiglia alta e il ponte che la collega

La stazione Centrale di Milano, di notte, illuminata

 

In serata, ma prima dell’inizio del coprifuoco che qui in Italia è alle 22, mentre in Corsica è alle 18, sono arrivata a Milano. Adoro la stazione Centrale di Milano, quando la attraverso ci sono poche persone e mi sento accolta a casa.

 

 

La vera accoglienza me l’ha fatta il mio cagnolino: l’amore dei nostri quattro zampe è veramente così assoluto che non riescono a tenerti il muso nemmeno quando sei stata distante così a lungo!

Oliver, il mio cagnolino, un incrocio tra un maltese ed un barboncino bianco

A Milano ho trovato un cielo blu cobalto come se ne vedono raramente da queste parti: così in questi giorni ho camminato un po’ per la mia città, e soprattutto sto ritrovando le mie amiche carissime, che sanno farmi apprezzare di essere di nuovo a casa, lontano da chi amo.

Cielo blu sopra il Teatro Nazionale, a Milano

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