La fiaba di Olga

4
Olga ormeggiata in mezzo al mare turchese

C’era una volta la piccola Olga.
Solcava serena le acque blu del Mediterraneo, amava farsi cullare dalle onde piccole lungo le coste e da quelle più lunghe delle giornate burrascose.

Olga a vele spiegate verso un tramonto rosso e gialo

 

 

 

 

Godeva del vento che le accarezzava lo scafo e le coccolava le vele.

 

Le piacevano le lunghe soste ancorata, sul mare, libera di girare ai cambi di vento, facendosi fare il solletico dai pesci sulla chiglia, ma amava anche restare in porto ormeggiata, ben attacata al pontile in quelle giornate grigie, di pioggia, vento e grandi onde. Che non si sa mai.
Un giorno si stava godendo una tranquilla giornata calda di agosto quando una serie di eventi le fecero perdere la bussola e si fece male al timone.
Fu portata dal dottore prima e in ospedale dopo. La diagnosi era di un po’ di cure qui e là.

Olga a secco in cantiere
Sperava che tutto passasse in fretta, per tornare a farsi cullare dal mare.
In ospedale invece sorsero delle complicazioni e la tennero legata al suolo, immobile e duro per tanto, troppo tempo.
L’estate finì.
E poi un giorno, tutta rimessa a nuovo, fu rimessa in acqua.
Ah, la meraviglia di quelle carezze leggere tutto intorno a lei!
E di nuovo i passi sul pagliolato, sopra e sotto coperta, quelli noti, non degli estranei che l’avevano curata, rattoppata, aggiustata.

Olga al suo posto in porto a Porto Pollo
E’ di nuovo felice, a casa. Per il momento non può navigare, ma un po’ di convalescenza ci sta; e intanto pensa e sogna a dove la porteranno i venti, appena sarà possibile, e dalla gioia dondola, dondola….

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *