Le previsioni meteo per questi giorni sono perfette: non troppo vento, ideale per andare a vela senza troppo stress e sole pieno. Siamo ad ottobre e sembra di essere in piena estate, senza però l’afa, cosa chiedere di più?
Il tempo così bello ci tranquillizza al punto che decidiamo di passare una notte non in porto; abbiamo solo l’imbarazzo della scelta perchè tutta questa costa orientale è caratterizzata da lunghe spiagge bianche e pochissimi scogli ma tutti affioranti, e pertanto facilmente visibili ed individuabili ad occhio nudo: gli ormeggi sulla sabbia sono i migliori e questo ci tranquillizza ulteriormene.
Decidiamo quindi di fermarci per la notte a Cala Luna, forse per l’immaginifico che si accompagna al nome; i commenti di chi è già stato ci convincono.
Non dovendo nè arrivare presto in porto, per usufruire dell’assistenza degli ormeggiatori, nè fare il giro a terra, decidiamo di prendercela con comodo e ci fermiamo a lungo a Cala Ginepro dove facciamo più di un bagno.
La cala deve il suo nome al fatto che è protetta da una piccola pineta di ginepri dalle forme particolari; la chiamano anche ‘il golfetto’ perché è racchiusa da due scogliere.
Sembra infatti di essere in una piscina naturale ma con l’acqua dai colori che solo il mare può offrire, mescolando gli azzurri e i blu con il verde smeraldo.
Dopo pranzo col tender decidiamo di avventurarci fino allo stagno di Sa Curcurica, risalendo la corrente di un fiumiciattolo per un paio di centinaia di metri soltanto, dal mare nell’entroterra. E’ meraviglioso!
La vegetazione sulle sponde crea un corridoio naturale sorprendente e noi arriviamo fino allo stagno dove la profondità di soli pochi centimetri non ci permette di andare oltre.
Ma per oggi abbiamo fatto Indiana Jones a sufficienza e rientriamo in barca: vederla galleggiare su questo mare iridescente ci commuove.
Facciamo ancora un bagno: non lasceremmo mai questo paradiso ma a malincuore ripartiamo verso sud.
Oggi la natura decisamente non finisce di sorprenderci; la costa da bassa e sabbiosa diventa alta e rocciosa. Improvvisamente ci pare di essere stati catapultati dalle parti di Bonifacio: scogliere chiarissime a picco sul mare hanno preso il posto dell’infinita spiaggia bianca.
Queste falesie ospitano molte grotte litoranee, le più famose sono quelle del Bue marino. Noi proseguiamo e diamo ancora a Cala Luna: il sole sta lentamente scomparendo e con esso il numero cospicuo di turisti che sono stati portati qui dalle barche che fanno incessantemente la spola tra queste meraviglie ed i porticcioli circostanti. A Cala Gonone, il porticciolo qui vicino, si noleggiano un numero così alto di piccole imbarcazioni che la gente del posto la chiama Cala Gommone, per il traffico che c’è.
Noi abbiamo la fortuna di avere la nostra barca, di arrivare nel tardo pomeriggio e di essere in bassa stagione. In poco tempo la caletta si svuota e rimaniamo i soli esseri umani qui presenti. Decidiamo di scendere a terra per visitare le cavità che vediamo emergere dal mare, enormi occhi nelle falesie bianche. In effetti da vicino sono ancora più incredibili e maestose: facciamo un giro, passeggiamo dentro e fuori dalle grotte, su una spiaggia di sassolini di infinite sfumature di colore.
Ci sentiamo incredibilmente accolti da questa natura così potente e selvaggia ed allo stesso tempo si rendiamo conto di quanto l’uomo sia piccolissimo.
Olga ci attende pacifica con il tramonto che comincia a lambirla.
Ceniamo. E non è facile. La barca ondeggia moltissimo. Decidiamo di andare in branda presto perché il movimento è veramente fastidioso. Non andrà meglio durante la notte. Vatti a fidare di chi diceva che qui si dormiva benissimo!
Notte insonne.
Alba magnifica.
Il caffè col sole che sorge dal mare è un’emozione che bisogna assaporare prima o poi nella vita.
Così lasciamo a malincuore questo angolo di Paradiso, nonostante la nottataccia.
Ci aspetta una navigazione breve, nemmeno 20 miglia per arrivare nel porto di Arbatax. Breve ma intensa.
Questo tratto di costa infatti è tra i più belli che io abbia mai visto. Nel golfo di Orosei scatto il solito milione di foto durante la navigazione: immortalo le piscine di Venere, cala Goloritzè e tutta la costa che si presenta ancora rocciosa, con le falesie che ci accompagnano lungo il tragitto, tuffandosi in mare e creando piccoli scorci di meraviglia perchè il contrasto tra il bianco accecante della roccia ed il mare dalle moltissime sfumature di blu è indimenticabile.
In porto ad Arbatax passiamo una notte tranquilla e apprezziamo moltissimo il suo baretto sia per l’aperitivo che a colazione. La cortesia qui è di casa.
Decidiamo quindi di rimanerci due notti, usando tutti i servizi, lavanderia compresa. Il paesino alle sue spalle, Tortoli, è grazioso, ci arriviamo con il pulmino che parte proprio dal porto e che all’occorrenza è anche scuolabus.
Ripartiamo soddisfatti, prossima destinazione Porto Corallo.
La tappa non è molto breve: partiamo presto e arriviamo comodamente in porto nel pomeriggio. Purtroppo non c’è stato vento a sufficienza e abbiamo dovuto procedere a motore. Il vero vantaggio è stato che Simbad si è goduto la traversata stravaccato sul divano in dinette, sereno.
Dal porto, a piedi, non c’è nulla da visitare e ne approfittiamo per rilassarci un po’ tanto che decido di non cucinare e la sera andiamo nel ristorante adiacente. Le recensioni parlavano di un’ottima pizza ma quando arriviamo ci dicono che la pizzeria non funziona. Ci consoliamo con dell’ottimo pesce.
In Sardegna abbiamo sempre mangiato benissimo e anche in questo ristorantino un po’ fuori dal mondo il pesce era buonissimo.