E’ inutile che vi nasconda che dopo aver pubblicato il mio articolo sui progetti di fine estate (potete trovarlo al link, se ve lo siete perso) io abbia cominciato a stilare le mie famose liste “to do”.
Adoro scriverle su carta, per poter spuntare fisicamente le voci e tenere traccia di ciò che ho gia fatto.
Inoltre tendo a consultarle spesso e convulsamente; quando le getto, alla fine, sono spesso macchiate di cibo o di caffè, con appunti sui bordi presi durante le telefonate o per ricordarmi altre cose…
Riempio quadernetti a spirale, fogli volanti, blocchetti…Chiara mi ha persino regalato un bloc notes ad hoc! Ci sono anche moltissime app ad hoc per stilare liste, qualcuna l’ho provata e in effetti non sono male ma non sono ancora pronta, e forse non lo sarò mai a passare totalmente al virtuale.
Quest’anno sto facendo moltissime liste, più di sempre, e ciò dipende dal fatto che sono in una fase di continui cambiamenti e non ho affatto le idee chiare sul futuro. Per cercare di mettere un po’ d’ordine tra quello che ho in mente, cercando di non dimenticare nulla, perchè tra l’altro l’età avanza e la memoria non sempre resta al passo con i miei pensieri, scrivo, annoto, prendo appunti.
Cerco di organizzarli così, in elenchi, alcuni generali ed altri più dettagliatì.
L’anno scorso (intendo gli ultimi 12 mesi, non l’anno solare, ovviamente: per me l’anno comincia in settembre, ormai questo è lapalissiano) ho trascorso alternativamente circa un mese a Milano e uno in Corsica.
La mia vita è stata divisa in due: i mesi a Milano con i miei figli, le mie amiche, il mio ruolo di figlia assistendo mio padre e i mesi in Corsica, con il Capitano, sulla terra ferma o in barca a vela.
Quindi ora mi è molto difficile pensare a qualcosa di regolare in una vita così squilibrata; banalmente “come faccio a seguire a Milano il mio corso di Tai Chi, se per lunghi periodi non sarò là?”. Ovvero è possibile avere una vita che si svolge su due piani paralleli e distanti, che non si incrociano mai? Cosa riesco a fare in un lasso di tempo limitato, mentre sono in un luogo, sapendo che sto per ripartire per raggiungerne un altro?
In questo fine agosto le liste sono dunque molte più del solito, e soprattutto più complesse.
Eh si, perchè nei miei primi cinquant’anni le mie liste attenevano a due grandi ordini di grandezza: cosa fare a Milano, e dove andare in viaggio, in ferie.
Fino a due anni fa avevo infatti un regolare lavoro in un ufficio; al rientro dalle vacanze estive avevo già in mente il calendario delle festività da novembre a giugno seguenti; a seconda dei giorni a disposizione organizzavo viaggetti corti o lunghi, allungavo di qualche giorno un weekend lì e uno lá per un giretto turistico da qualche parte e poi c’erano i due regali di compleanno. Reciprocamente il mio compagno ed io ci regalavamo un viaggio alla scoperta di una nuova meta in occasione del suo compleanno ad ottobre e del mio a giugno. Con queste premesse la ripresa lavorativa mi era sopportabile.
Praticamente vivevo nell’attesa della prossima partenza e trascorrevo lunghissime ore sul PC ad organizzare spostamenti, cercare voli economici, scovare alberghetti o appartamentini che facessero di volta in volta al caso mio. Molte di queste vacanze sono state fatte con il nostro camper e ho letto tonnellate di “diari di viaggio” di tutti coloro che avevano fatto gli itinerari che stavo progettando e ne segnavo le tappe, i luoghi dove valeva pena fermarsi e dove fosse possibile sostare. Ringrazio qui pubblicamente tutti coloro che hanno lasciato nel web recensioni e commenti di tutto ciò che hanno visto, mi hanno dato la possibilità di andare in luoghi che mai avrei preso in considerazione, erroneamente, e mi hanno evitato inutili spostamenti verso posti magari pubblicizzati ma in effetti poco emozionanti, per i miei gusti, ovviamente.
Quest’anno non ho il pensiero, che mi attanagliava, di dover tornare per lunghe ore dietro ad una scrivania. Non mi aspettano quelle orribili giornate in cui esci di casa che è buio, entri in ufficio e ne esci che è di nuovo buio.
Quindi non sto pianificando le vacanze dell’anno 2021/2022 e spero tanto che la situazione sanitaria migliori, e si attesti ad una modalità più serena che ci permetta di nuovo di viaggiare.
Sì, perchè ho tutta la voglia, anche repressa dal Covid-19 (il numero ci ricorderà sempre quando è iniziata) di ricominciare a viaggiare. Col Capitano stiamo cominciando a scegliere la meta per le sue ferie ad ottobre in barca a vela, anzi siamo aperti ai suggerimenti. Pensiamo di andare verso sud ma non sappiamo se fermarci subito in Sardegna, allontanarci verso l’Isola d’Elba o andare proprio a sud alle Isole Pontine, di cui ho visto meraviglie!
Così, decidendo dove andare, stiamo guardando che ci piacerebbe visitare così tanti luoghi che non ho potuto fare a meno di farne una lista.
Che si è aggiunta a quella della mia top ten dei miei posti “da visitare appena possibile” e di quella che ho fatto in funzione delle immagini che ho visto postate dai blogger di viaggi in barca a vela.
Ho anche da confessare un altro ridondante aumento delle liste, relative a:
- cosa “lasciare in Corsica”,
- cosa invece “riportare a Milano”,
- cosa “portare a Milano ma da ritrasferire in Corsica”,
- senza parlare di cosa “comprare a Milano da portare in Corsica”
- e infine (ma forse solo non me ne vengono in mente altre in questo momento) cosa “mi serve di nuovo”.
Rimango comunque una shopping addicted, seppur con il budget sensibilmente ridotto a causa dell’assenza di uno stipendio fisso.
Ovviamente capisco che questo tasso di complicazione renderà la possibilità di spuntare tutte le voci ancor più ardua, e mi domando come sia possibile che io faccia così fatica ad apprendere dai miei errori: ogni volta che sono consapevole che sto per fare qualcosa già fatto nel passato e che non è andato bene, tendo a sbattere di nuovo la testa prima di correggere il tiro.
Un’enorme differenza rispetto a sempre è che nel magico ed infinito mondo del web trovo tantissimi spunti per come non commettere gli stessi sbagli, leggo i libri consigliati per migliorare i punti di forza e smussare i difetti; e tutto ciò mi porta ad essere ogni giorno una persona diversa da quella che ero e quindi forse affronterò le stesse cose di sempre solo apparentemente nello stesso modo ma forse anche solo con una consapevolezza diversa. E chissà che non riesca ad arrivare a spuntare tutti gli elementi delle mie liste.
Ma in fondo,
l’importante non è la strada che percorro
cercando di raggiungere i miei obiettivi?