Il 10 ottobre siamo partiti da Bastia contenti di lasciare la città per rituffarci nella natura di quest’isola che è chiamata da molti l’isola magica.
Non so a che cosa gli altri attribuiscano la sua magia, per me è svegliarmi al mattino e vedere l’azzurro intenso del suo cielo, praticamente ogni giorno; il brutto tempo dura infatti sempre molto poco, forse grazie alla complicità del vento che soffia quasi sempre e fa piazza pulita delle nuvole .
Forse la sua magia risiede nel fatto che in così pochi ettari di terra ci sia una così ampia diversità di vegetazione: nella tappa di oggi, solo nel Cap Corse, abbiamo trovato mari e monti, spiagge e deserto, piccolissimi villaggi e grandi città, enormi porti come Bastia o porticcioli microscopici come quello di Erbalunga di Brando, dove ci siamo fermati per un caffè.
Sono rimasta incantata da questo gioiellino di paese, dove il ristorantino sul porto è veramente pieds dans l’eau!
Si dice anche che è qui nel nord che ci sono alcune delle spiagge più belle dell’isola; io non sono completamente d’accordo, ma, strada facendo, ci siamo fermati a fare qualche foto e le spiagge che abbiamo visto mi sono piaciute tutte.Avremmo voluto fermarci più spesso in quanto le cose da vedere in questa zona sono proprio moltissime: spiagge, piccoli villaggi, case antiche, vecchi conventi, torri difensive. Ad esempio nella foto qui sotto si vede Morsiglia, con queste meravigliose abitazioni in pietra, che mi piacciono così tanto!
Quasi alla fine di questa piccola penisola si trova Nonza: la spiaggia è molto nota per una curiosa peculiarità, è nera, e contrasta in modo pazzesco con il mare che qui è proprio blu.
Il colore nero di questa spiaggia è dovuto al fatto che si è creata con gli anni, con gli scarti delle miniere che ancora punteggiano queste montagne, tra cui una per l’estrazione dell’amianto, a Canari.
Ma cosa mi indica il mio Cicerone?
Sulla spiaggia nera ci sono moltissimi disegni, che la gente lascia a mo’ di messaggi, fatti con sassi più chiari. Quello che mi è stato indicato è il simbolo dello Yin e Yang; alla base della magnifica arte che sto imparando da anni, il Tai Chi.
A Nonza siamo saliti sulla torre Paoline, siamo passati senza fermarci dalla rinomata Saint Florent, e poi ci siamo addentrati nel deserto, in francese désert des Agriates, in còrso l’Agriate.
Non fatevi però ingannare dal nome, la magia qui ha creato un deserto di vegetazione: un’intricata zona di macchia mediterranea che ricopre tutto quasi come un tappeto.
E poi arriviamo a Ile Rousse, ma ve lo racconto domani.